Lo stabilizzatore ottico (detto anche O.I.S.) è installato sia sulle fotocamere digitali moderne che sugli smartphone e basterebbe questa affermazione per cogliere l’importanza di questo strumento che si trova all’interno del corpo macchina.

Se fino a qualche anno fa era un pregio e un ambito optional, oggi è montato di serie anche sulle fotocamere di fascia medio – bassa, seppure con una tecnologia semplice ma comunque funzionale.

Su prodotti di fascia alta e medio – alta il lavoro dello stabilizzatore ottico è più accurato e fine, al punto di rappresentare una vera e propria funzione indispensabile, soprattutto per la maggior parte delle situazioni di scatto.

in breve:

Lo stabilizzatore ottico aiuta il fotografo a scattare immagini (anche filmati) più stabili, riducendo i tremolii fisici della mano, facendo risaltare maggiormente i dettagli delle immagini, specialmente in condizione di scarsa luce.

Attenzione però, perché non sempre l’entrata in scena dello stabilizzatore è utile e funzionale.

Ci sono casi in cui è meglio disattivarlo. Ma se vuoi scoprire di più, continua a leggere per soddisfare le tue curiosità.


Cos’è lo stabilizzatore ottico di immagini e quando entra in funzione

Lo stabilizzatore ottico di immagini permette l’acquisizione di scatti minimizzando al massimo il tremolio che è naturale della mano o del movimento corporeo.

Anche se pensi di avere una impugnatura salda e ferma, in realtà la sola funzione respiratoria porta a muoverti.

In condizioni di bassa luminosità oppure in caso di potenti ingrandimenti con lo zoom, l’effetto mosso viene fortemente amplificato ed è proprio in queste situazioni che la funzione di stabilizzazione risulta essere determinante per ottenere un’immagine di qualità.

Stabilizzatore Ottico in Situazioni di Scarsa luminosità:

In questo caso per avere una fotografia che sia almeno accettabile è necessario scattare impostando un tempo di esposizione (Ecco un articolo dedicato) più lungo del normale, consentendo al sensore di percepire più luce.

Di conseguenza il tempo in cui è necessario stare “immobili” con in mano la fotocamera si allunga e l’impresa risulta più difficile.

Ecco quindi che lo stabilizzatore svolge il suo ruolo, riducendo le vibrazioni.

Il consiglio è di utilizzarlo quando si scatta con un obiettivo superiore a 100 mm.

Stabilizzatore Ottico : Zoom accentuati:

Quando si lavora con lo zoom, accentuandone molto la sua azione, la minima vibrazione viene amplificata e si spostano anche gli equilibri della fotocamera digitale, in quando varia il suo baricentro.

Diventa quindi quasi impossibile realizzare uno scatto preciso e fermo con un ingrandimento molto accentuato.

Senza il lavoro dello stabilizzatore ottico risulta pressoché impossibile, in tali condizioni, ottenere un risultato accettabile.

Di conseguenza, un’altra situazione in cui interviene lo stabilizzatore è in caso di uso del teleobiettivo, durante il quale un minimo movimento, anche solo appena accennato delle mani, genera una fotografia poco definita e sicuramente mossa.

Stabilizzatore Ottico : lunghi Tempi di esposizione:

Il legame tra stabilizzatore O.I.S. e tempo di posa è a doppio filo poiché intercorre una vera e propria correlazione.

Più il tempo di scatto è lungo, più è facile rendere la fotocamera soggetta a movimenti, più è utile l’azione del sistema di stabilizzazione.

Il consiglio è di inserire il dispositivo quando si scatta con tempi superiori a 1/50.

Attivando lo stabilizzatore potrai gestire i tempi di posa in maniera differente ottenendo foto di qualità sia con tempi lunghi di posa, che con tempi più ridotti, dato che il sistema è in grado di intervenire.

Inoltre non sempre sarà necessario aumentare gli ISO oppure agire sull’apertura del diaframma.


Come funziona lo stabilizzatore ottico di immagini

Spiegare il funzionamento dello stabilizzatore ottico di immagini è semplice a livello concettuale, complicato a livello tecnico e pratico.

In buona sostanza il sistema O.I.S. controbilancia il movimento che percepisce dalla fotocamera, compensando le oscillazioni orizzontali e verticali (quelli più semplici ne compensano una sola).

Il tutto avviene per merito di sensori di movimento e oscilloscopi presenti all’interno della macchina fotografica.

A livello pratico il percorso che l’immagine compie all’interno dell’obiettivo viene studiato dallo stabilizzatore, il quale studia come compensare le oscillazioni stesse agendo sui componenti che sono posti all’interno dell’obiettivo e sul sensore ottico.

I sistemi stabilizzanti più complessi e precisi si muovono su tracce verticali, orizzontatali e oblique, interessando ben quattro direzioni (alto, basso, destra, sinistra), mossi da piccolissimi motori a funzionamento elettromagnetico.

Altri metodi di riduzione movimenti sono ottenuti con l’inserimento di piccole molle in gomma che hanno il compito di smorzare le oscillazioni.

Esistono però sistemi ancora più sofisticati e moderni che di fatto hanno un po’ semplificato il funzionamento dello stabilizzatore ottico di immagini.

Acquistando macchine fotografiche digitali di alta gamma e moderne, si beneficia funzioni O.I.S. che muovono solo il sensore, inclinandolo, al fine di controbilanciare i movimenti dell’immagine, lasciando inalterati i componenti interni all’obiettivo.

In pratica è come se la fotocamera decidesse di “aggiustare” l’immagine solo alla fine, ossia in fondo al percorso si acquisizione.

Stabilizzatore attivato soggetto in movimento
Stabilizzatore attivato soggetto in movimento
Stabilizzatore disattivato soggetto in movimento
Stabilizzatore disattivato soggetto in movimento

Ciò non significa che se ti muovi mentre fotografi, lo stabilizzatore ti consente scatti comunque perfetti, ma ti fornisce un aiuto.

Per fare un esempio automobilistico, il fatto che una vettura sia provvista di dispositivo anti sbandata e di frenata assistita, non ti autorizza ad affrontare le curve a 150 Kmh.

L’intervento di questi ausili, come anche lo stabilizzatore ottico, è importante ma non sempre è risolutivo.

Se scatti in condizioni di vento forte oppure in posizioni scomode e poco stabili, ad esempio, anche se sei provvisto di treppiede e attivi l’O.I.S., la tua foto potrebbe comunque risultare mossa poiché il movimento che il sistema riesce a compensare è minimo.

Utilizzare la stabilizzazione ottica presenta un sensibile vantaggio pratico che si riflette sulle fotografie e sulla loro nitidezza.

Ciò vale anche per i più moderni smartphone, dotati di stabilizzatore (attenzione però a quale tipo di sistema).

I benefici dello stabilizzatore ottico non sono certo infiniti in quanto vi sono dei limiti entro i quali il sistema di compensazione sa ben funzionare, mentre al di fuori di essi i vantaggi si annullano.

Questo vale per tutti, indipendentemente dalla marca della fotocamera.

Il bilanciamento in contrapposizione alle vibrazioni della macchina fotografica agisce in modo limitato poiché il sensore si muove solamente fino ad una certa angolazione limite.

Se le vibrazioni superano questo angolo di compensazione, il sistema non riesce a intervenire in modo efficace.

Ci sono fotocamere che propongono un sistema chiamato Virtual Image Stabilization, ovvero un modo di ridurre le vibrazioni non all’interno dell’ottica, ma agendo tramite il software di controllo della fotocamera.

L’effetto, non paragonabile certo a quello ottico più fine e preciso, è solo virtuale nel senso che avviene unicamente grazie ad un algoritmo.

Per rendere l’idea la differenza è quella esistente tra una foto scattata con zoom ottico e una scattata con zoom digitale : la seconda è molto meno precisa rispetto alla prima.

Nel caso del Virtual Image Stabilization nulla viene mosso all’interno della fotocamera.

In sostanza i sistemi possibili di stabilizzazione fotografica sono i seguenti.

Stabilizzatore digitale o virtuale:

Viene impiegato nelle fotocamere di fascia economica e l’azione interviene nel momento un cui viene percepita una luce insufficiente oppure quando vengono alzati gli ISO.

Essendo un’elaborazione digitale, non sempre il risultato effettivo è pari a quello atteso e il miglioramento delle immagini spesso non è molto tangibile.

Stabilizzatore interno:

Si trova nel corpo della fotocamera e le fotografie raggiungono ottimi livelli di scatto, con miglioramenti chiari e netti.

Le piccole vibrazioni involontarie dovute alla mano o alla respirazione vengono eliminate in tutto e per tutto attraverso un sistema di compensazione.

In questo caso è possibile evitare di acquistare obiettivi stabilizzati, più costosi e complessi.

Stabilizzatore ottico:

Il sistema agisce internamente all’obiettivo attraverso la movimentazione delle lenti che avviene in maniera efficace.

Il sistema non è semplice e appare abbastanza complesso.

Quando lo stabilizzatore d’immagine non serve

Premesso che lo stabilizzatore d’immagine serve quasi sempre, ci sono delle situazioni in cui è meglio che venga disattivato.

Un esempio è il tempo di autoscatto superiore a 2 secondi con la fotocamera fissata sul cavalletto, l’altro caso, invece, è quando ti diletti a scattare con la tecnica del panning.

In quest’ultima ipotesi sarai costretto volontariamente a muovere la fotocamera in una direzione per rendere sfocato volutamente lo sfondo mantenendo a fuoco il soggetto principale (tipica tecnica applicabile nella fotografia sportiva oppure naturalistica con soggetti animali ripresi in volo).

Ci sono alcune fotocamere che ti consentono di disattivare lo stabilizzatore in una direzione lasciandolo attivato nell’altra, oppure devi disattivarlo completamente.

Lo stesso vale quando scatti una fotografia in modalità panoramica e sei obbligato a muovere orizzontalmente la fotocamera in una sola direzione (qui è possibile disattivare lo stabilizzatore verticale se lo strumento lo permette).

Inoltre, per tempi di scatto molto brevi, come ad esempio nella fotografia sportiva, la funzione è consigliabile lasciarla inattiva poiché hai tempi di esposizione talmente brevi che la sua incidenza è praticamente nulla.

Un esempio è quando scatti fotografie di discipline sportive a 1/1000 o oltre, ma in molti casi anche un utilizzo del sistema I.O.S. con un tempo di esposizione di 1/500 potrebbe essere superfluo o addirittura controproducente.

Ciò avviene perché determinati sistemi (Canon e Nikon hanno nomi propri – IS e VR – ma il principio non muta), sono essi stessi a provocare dei movimenti all’interno dell’obiettivo, creando delle micro vibrazioni.

Ecco spiegato il motivo per il quale in alcune situazioni lavorare con lo stabilizzatore non risulta conveniente.

Ricorda una cosa importante: lo stabilizzatore non ti aiuta a realizzare foto sempre a fuoco e non mosse a prescindere.

La sua azione agisce sui movimenti della fotocamera ma nulla può sui movimenti del soggetto fotografato.

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